Che libro, che libro! Ci voleva una storia così appassionata per farmi tornare al mio blog dopo una lunga assenza! Il tango della vecchia guardia è il titolo del libro di Arturo Perez-Reverte, tradotto in italiano da Bruno Arpaia e pubblicato da Rizzoli.
La storia di un uomo e una
donna, Max e Mecha. Max è un ballerino
professionale che sulle navi balla con le donne ricche. Ma è molto di più: è
gagà, seduttore, canaglia, uomo nato nei bassifondi che non ha una patria e non
può tornare a casa, astuto truffatore e ladro. Mecha è la ricca e bellissima moglie
di un famoso compositore, poi madre e manager di un campione di scacchi.
I due si incontrano per tre
volte nella loro vita: su un transatlantico nel 1928, a Nizza nel 1937 e a
Sorrento nel 1966. Ogni incontro sarà passione, conflitto e approfondimento
della loro relazione. Ogni incontro li vedrà destinati a separarsi. Di quello
che succede in mezzo non sappiamo molto. Storia d’amore, sesso e passione, ma
anche di spionaggio, quartieri malfamati e case di lusso, scacchi, prostitute.
Tutto accompagnato dalle note del tango.
Il racconto è diviso in tre
momenti temporali che corrispondono agli incontri tra Max e Mecha, mescolati
tra loro con continui salti da un’epoca all’altra. La scrittura di Perez-Reverte è intensa e ricca
di ardente passione, le sue parole trasudano odori. Altrove sono pagine che si
dilungano lente nella descrizione dei particolari perché, come ha detto l’autore
stesso, era necessario fornire al lettore tutti i dettagli necessari affinché riconoscesse immediatamente il periodo in cui
si stanno svolgendo gli eventi; quindi minuziose descrizioni dei luoghi, delle
canzoni, degli abiti e degli oggetti per condurre immediatamente il lettore nel
luogo e nel tempo dell’azione.
Si coglie tra le righe la grande attenzione
e la curiosità dell’autore per il mondo delle donne, anzi delle femmine, che considera
esseri superiori agli uomini. Max può
essere affascinante e furbo, ma Mecha è una donna profondamente consapevole del
suo essere femmina, solida ma a sorpresa con dei misteriosi lati oscuri dai
quali Max (e l’autore stesso direi) si sente profondamente attratto.
L’ autore ha raccontato di
aver iniziato a scrivere questa storia quando aveva 20 anni, ma di averla poi
abbandonata e potuta riprendere solo dopo aver vissuto, dopo essersi guadagnato
i capelli bianchi e le rughe dell’esperienza sulla pelle.
L’ho ascoltato durante un
incontro a Pordenonelegge, mi ha divertita e coinvolta, anche se questo genere
di autori così scaltri nel promuovere il loro prodotto, così elegantemente simpatici, così abili venditori
di se stessi e del loro prodotto normalmente non risvegliano la mia curiosità. Alla
fine del romanzo c’è un lungo capitolo in cui lo scrittore riporta alcune
pagine di appunti presi durante la stesura, con tanto di foto dei luoghi che
vedono protagonisti Max e Mecha. Le stesse pagine sono state twittate durante
la stesura del romanzo per alimentare la curiosità dei lettori. Buona
operazione di marketing. Per fortuna ho ceduto alla tentazione di leggerlo.
Un’ultima curiosità: mentre
aspettavo in fila che iniziasse l’incontro con l’autore ho conosciuto una
coppia di ragazzi in procinto di trasferirsi in Australia che avevano con sé una
borsa piena di libri di Perez-Reverte da regalare, perché non avrebbero potuto
portarli con sé. Uno di questi libri è sul mio comodino e aspetta solo di
essere letto. Già non vedo l’ora.
Se ne avrete voglia, a voi il
piacere appassionarvi al Tango della
vecchia guardia.