martedì 1 ottobre 2013

Il tango della vecchia guardia







Che libro, che libro! Ci voleva una storia così appassionata per farmi tornare al mio blog dopo una lunga assenza! Il tango della vecchia guardia è il titolo del libro di Arturo Perez-Reverte, tradotto in italiano da Bruno Arpaia e pubblicato da Rizzoli.

La storia di un uomo e una donna,  Max e Mecha. Max è un ballerino professionale che sulle navi balla con le donne ricche. Ma è molto di più: è gagà, seduttore, canaglia, uomo nato nei bassifondi che non ha una patria e non può tornare a casa, astuto truffatore e ladro. Mecha è la ricca e bellissima moglie di un famoso compositore, poi madre e manager di un campione di scacchi.

I due si incontrano per tre volte nella loro vita: su un transatlantico nel 1928, a Nizza nel 1937 e a Sorrento nel 1966. Ogni incontro sarà passione, conflitto e approfondimento della loro relazione. Ogni incontro li vedrà destinati a separarsi. Di quello che succede in mezzo non sappiamo molto. Storia d’amore, sesso e passione, ma anche di spionaggio, quartieri malfamati e case di lusso, scacchi, prostitute. Tutto accompagnato dalle note del tango.

Il racconto è diviso in tre momenti temporali che corrispondono agli incontri tra Max e Mecha, mescolati tra loro con continui salti da un’epoca all’altra.  La scrittura di Perez-Reverte è intensa e ricca di ardente passione, le sue parole trasudano odori. Altrove sono pagine che si dilungano lente nella descrizione dei particolari perché, come ha detto l’autore stesso, era necessario fornire al lettore tutti i dettagli necessari affinché  riconoscesse immediatamente il periodo in cui si stanno svolgendo gli eventi; quindi minuziose descrizioni dei luoghi, delle canzoni, degli abiti e degli oggetti per condurre immediatamente il lettore nel luogo e nel tempo dell’azione.

Si coglie tra le righe la grande attenzione e la curiosità dell’autore per il mondo delle donne, anzi delle femmine, che considera  esseri superiori agli uomini. Max può essere affascinante e furbo, ma Mecha è una donna profondamente consapevole del suo essere femmina, solida ma a sorpresa con dei misteriosi lati oscuri dai quali Max (e l’autore stesso direi) si sente profondamente attratto.

L’ autore ha raccontato di aver iniziato a scrivere questa storia quando aveva 20 anni, ma di averla poi abbandonata e potuta riprendere solo dopo aver vissuto, dopo essersi guadagnato i capelli bianchi e le rughe dell’esperienza sulla pelle.

L’ho ascoltato durante un incontro a Pordenonelegge, mi ha divertita e coinvolta, anche se questo genere di autori così scaltri nel promuovere il loro prodotto, così  elegantemente simpatici, così abili venditori di se stessi e del loro prodotto normalmente non risvegliano la mia curiosità. Alla fine del romanzo c’è un lungo capitolo in cui lo scrittore riporta alcune pagine di appunti presi durante la stesura, con tanto di foto dei luoghi che vedono protagonisti Max e Mecha. Le stesse pagine sono state twittate durante la stesura del romanzo per alimentare la curiosità dei lettori. Buona operazione di marketing. Per fortuna ho ceduto alla tentazione di leggerlo.

Un’ultima curiosità: mentre aspettavo in fila che iniziasse l’incontro con l’autore ho conosciuto una coppia di ragazzi in procinto di trasferirsi in Australia che avevano con sé una borsa piena di libri di Perez-Reverte da regalare, perché non avrebbero potuto portarli con sé. Uno di questi libri è sul mio comodino e aspetta solo di essere letto. Già non vedo l’ora.

Se ne avrete voglia, a voi il piacere appassionarvi al Tango della vecchia guardia.