mercoledì 30 marzo 2016

Alabama Monroe

Chiunque avesse intenzione di vedere Alabama Monroe lo sappia da subito: è un film triste, doloroso e finisce male.
Non ho svelato alcun segreto, perché fin dalla prima scena sappiamo che c’è una bambina malata di un male molto difficile da curare, e vicino a lei i genitori che soffrono ma resistono uniti, sostenendosi a vicenda per dare forza alla loro figlia. 

Siamo in Belgio, ma potremmo essere in qualsiasi altro luogo dell’Occidente, preferibilmente una zona rurale degli Stati Uniti: infatti Didier, il protagonista maschile, nutre un amore sfrenato per la cultura americana. Abita in una roulotte nella sua fattoria dove alleva cavalli e galline, guida un pick up rosso in perfetto stile folk, ha la barba lunga e l’aspetto rustico, sembra provenire da un’altra epoca e suona il banjo in un gruppo locale di bluegrass, un genere musicale affine al country. Elise invece si presenta molto diversa da lui, più aggressiva,  con tatuaggi sparsi su gran parte del corpo e un atteggiamento che fa subito temere chi tra i due avrà la peggio. Invece è colpo di fulmine e poi presto amore, e le diversità  scompaiono. Ci sono complicità, sesso, tenerezza, intesa. Inaspettatamente Elise resta incinta, Didier sulle prime reagisce male ma subito dopo accetta l’idea di diventare padre e inizia a sistemare la casa dove lui, Elise e la piccola Marybelle vivranno. Tutto sembra perfetto e il resto del mondo quasi non esiste, eccezion fatta per le serate con la band alla quale anche Elise si è unita come cantante.

Ma come già sappiamo la felicità non durerà a lungo, e la malattia e poi la morte della bambina saranno un dolore troppo forte per i due genitori che non riusciranno più a ritrovare la pace, né sapranno trarre giovamento dalla forza del loro amore. Soprattutto Elise non sarà in grado di superare il dolore e deciderà di andarsene: dalla casa, dal suo uomo, dalla sua stessa identità cambiando nome e diventando Alabama – mentre a Didier darà il nome Monroe, come il più famoso suonatore di bluegrass - ,  e alla fine cercherà di andarsene anche dalla vita e da un dolore insopportabile. 

Passato e presente si alternano per tutta la durata del film, da un lato informandoci subito sui destini tragici dei protagonisti, dall’altro consolandoci con il racconto dell’incontro tra Didier ed Elise e del loro amore fresco e forte.

Ho trovato eccellente l’interpretazione dei due attori a me finora sconosciuti, probabilmente più noti al pubblico belga, che spero di rivedere in futuro in qualche altra pellicola.

Alabama Monroe era candidato all’Oscar come miglior film straniero che è stato poi vinto dalla Grande Bellezza. Senz’alcun dubbio tra i due ho preferito questo di cui vi ho appena raccontato. 

 
Alabama Monroe, Belgio 2012
Di Felix Van Groeningen, con Johan Heldenbergh, Veerle Baetens
Durata 111’