lunedì 11 giugno 2012

Quando la notte - Il libro


Eccoci qui… Quando la notte parte seconda, il libro.
Non ho resistito alla curiosità e l’ho letto tutto d’un fiato.

Confesso subito, il film mi ha emozionata di più.
Il libro mi è sembrato furbo e ammiccante. Un’operazione commerciale ben riuscita grazie all’uso dello stile che va di moda ultimamente, frasi brevi, secche, dirette, anche un po’ volgari, ed il continuo alternarsi del punto di vista di Marina con quello di Manfred che si fa più concitato nelle fasi finali quando la tensione cresce. Peccato, in questo senso avrei preferito qualcosa di meno banale.
Per quanto riguarda invece i contenuti nel libro ci sono dei dettagli che a mio parere completano il ritratto dei protagonisti. Manfred e Marina vengono analizzati più in profondità soprattutto per quanto riguarda il loro passato che invece nel film viene raccontato poco.
Scopriamo il rapporto che ha Marina con le sue sorelle, come trascorreva le estati al mare, le sue storie d’amore e come ha conosciuto suo marito Mario (di quest’ultimo nel film non sapevamo neanche il nome?). La regista avrebbe potuto inserirli ad esempio con dei flash-back.

Più rilevante: mentre nel film Marina sembra essere sopraffatta dalla sua debolezza nel libro scopriamo che invece conosce bene il suo lato oscuro che non riguarda  solo la difficoltà di gestire il bambino ma è un aspetto molto più sedimentato e profondo che ha a che fare con l’incapacità di seguire gli schemi sociali comunemente accettati.
Marina e Manfred si capiscono non tanto perché condividono il segreto di quella notte, ma perché sanno di essere entrambi degli outsider della società. Li accomuna un lato oscuro che li lega nel profondo. Verso la fine del libro infatti Marina dirà che Manfred è l’unico a non aver avuto paura di lei a differenza di tutti gli altri, in primis Mario, che preferisce far finta di non vedere piuttosto di affrontare la verità.

Scopriamo anche alcuni dettagli del passato di Manfred, che per quanto riguarda la sua vita coniugale sono un po’ a livello di romanzo rosa. Quello che invece mi sembra più interessante e che nel libro emerge ancora più chiaramente che nel film è il suo chiodo fisso, l’evento dinamico da cui ha origine la storia (cito me stessa in un post precedente!!!) ovvero la paura di essere abbandonato. E’ stato abbandonato dalla madre quando era piccolo, si è fatto abbandonare dalla moglie e quando Marina è con lui all’ospedale prima di andarsene lui le mormora all'orecchio Non mi lasciare, e poi si corregge Non lasciare il bambino. Lapsus non da poco, chissà chi è questo bambino?

Decisamente il film mi ha emozionata di più e mi ha fatto pensare a lungo e in più direzioni.
Chi volesse affrontare questa lettura comunque trascorrerà di certo un paio d’ore piacevoli.





2 commenti:

Giuliana Neri ha detto...

Ho iniziato ieri la lettura...........ne riparleremo

Giuliana Neri ha detto...

Letto tutto d'un fiato anch'io. Di solito, visto il film, non mi avventuro nella lettura del libro, semmai mi capita il contrario. Sono d'accordo sul fatto che il libro è sicuramente un'operazione commerciale e di conseguenza suscita meno emozione.........furbo e ammiccante (cit) .........e volte anche un po' volgare.
Certo è che nel libro scopriamo i dettagli del passato di Manfred e Marina e ciò ci aiuta a capire meglio la complessità dei loro sentimenti.
Mi sono rimasti dentro due passaggi della seconda parte del libro "Il ritorno"; uno è quello quando Marina racconta ad una delle sue sorelle, rimasta vedova causa un incidente, la sua storia con Manfred e le dice: "lui sa qualcosa di me che gli altri ignorano" e non si riferisce solo alla "caduta" di Marco; l'altro è quando lontana dalla sua famiglia ed ad un passo da Manfed, si chiede cosa penserebbero i suoi se la vedessero in quel momento......."Mario non ha mai capito che potevo andarmene che per me niente era naturale. Tutta la vita ti resta la voglia di ballare..........fuggire ...ferire".
Ed è proprio così mai dare nulla per scontato in un legame.
Detto ciò.........leggetelo è piacevole.