Avrei potuto scrivere parte di
questo commento anche senza andare a vedere Educazione
Siberiana, avendo sentito varie interviste a Salvatores che non lasciavano
intuire grandi novità rispetto al libro che avevo già letto. Viste le premesse non
morivo esattamente dalla voglia di vederlo, ma un po’ il fatto che il libro mi
era piaciuto molto, un po’ immaginavo che fosse un film comunque ben fatto, un
po’ John Malkovich … alla fine ci sono andata.
Dico subito che il libro mi è
piaciuto molto di più. Tuttavia sul fenomeno Nicolaj Lilin, l’autore, ho parecchi dubbi e con alcuni amici è in
corso un dibattito piuttosto vivace. Non si capisce in sostanza se “ci è o ci
fa”. Se in Educazione Siberiana, che
sembrava fosse la sua vera storia, emergeva un protagonista molto duro
e affascinante, nel secondo e terzo romanzo
in cui racconta rispettivamente la partecipazione alla guerra in Cecenia e il
ritorno a casa con le conseguenti difficoltà di riadattamento, la credibilità dell’elemento
autobiografico comincia a traballare. L'immagine di Lilin che ora vive stabilmente in Italia,
parla perfettamente la nostra lingua e scrive questi bei romanzi è piuttosto
incongruente con la sua vita precedente di criminale siberiano tatuatore
soldato cecchino guardia del corpo e chi più ne ha più ne metta. Anche se
comunque lui stesso ha ammesso che le esperienze di cui narra sono in parte
vissute in prima persona ma in parte viste, sentite, tramandate.
Ma torniamo al film, che dal
libro prende la storia dell’amicizia tra Kolima e Gagarin. Siamo a Fiume Basso in Transnistria,
dove hanno messo radici i criminali deportati dalla Siberia. Oltre al gruppo
dei siberiani altre etnie si spartiscono e controllano il territorio in una
specie di ghetto a cielo aperto. Tra i siberiani vige un codice d’onore che
potremmo paragonare a quello della mafia dell’ottocento. Si onorano la terra e
le armi (come in molte organizzazioni criminali l’elemento religioso è molto
forte), il denaro è impuro e non deve entrare nelle case, si possono uccidere i
poliziotti, i banchieri, i corrotti, si deve rispettare la gerarchia. Molto forte
è l’ossimoro “criminali onesti” come loro stessi si definiscono: anche i
protagonisti del film, sebbene nella vita siano dei ladri e assassini e
criminali, non hanno le facce da delinquenti. Gagarin sembra Kurt Cobain e Kolima
ha il viso pulito.
Nonno Kuzja (ancora una volta un magnetico John Malkovich) è
il nonno di Kolima nonché il membro più influente della comunità. I tatuaggi,
di cui gli uomini sono ricoperti, raccontano le loro storie personali che solo
gli altri siberiani sono in grado di leggere e interpretare. L’onore e la
fedeltà alla comunità sono i principi fondamentali. Come racconta nonno Kuzja
al piccolo Kolima nella metafora del lupo che si vende agli umani per avere il
cibo garantito, la dignità una volta persa non si può più recuperare.
Salvatores racconta la storia
dell’amicizia tra Kolima e Gagarin frazionando e mescolando tre fasi della vita dei ragazzi che
corrispondono a tre periodi ben precisi
della loro vita, e sottolineandone le differenze attraverso un diverso uso della
luce e della fotografia. Le scene in cui Kolima e Gagarin sono bambini e il
nonno è un personaggio mitico, potente e giusto che trasmette loro i principi
dell’educazione siberiana sono caratterizzate da una luce calda e colori dorati.
Nella seconda fase Kolima e Gagarin sono cresciuti e fanno le loro prime
esperienze da adulti nella comunità. L’atmosfera è molto più dura e i colori
sono più freddi. Infine il giorno d’oggi
in cui assistiamo anche alla soluzione della vicenda: siamo in piena
guerra cecena, le tinte sono ancora più nette ed i chiaroscuri più delineati.
E’ importante anche
sottolineare che l’azione abbraccia un periodo storico che comprende la fine
della guerra fredda (con un inserto
delle immagini reali della caduta del muro di Berlino), la conseguente
dissoluzione della Russia e il progressivo ingresso del capitalismo che viene
vissuto dai criminali siberiani come una minaccia all’onore e ai valori della
comunità (sarà infatti l’impuro denaro a minacciare l’onore degli uomini). La scena più emozionante secondo me è proprio
quella in cui i due amici assieme a Xenia si concedono il lusso di un giro
sulla giostra, esperienza per noi quasi banale, e per la prima volta ascoltano
della musica occidentale! Con Absolute
Beginners come sottofondo impazziscono di gioia come forse mai prima
nella vita, e per un attimo sembrano quasi dei ragazzi normali che vivono una
vita normale.
Le aspettative su questo film
non sono andate deluse anche perché non ne avevo molte. Consiglio comunque prima
la lettura del libro che è molto più ricco e affascinante. Dopo averlo letto comunque
il film di Salvatores resta un ottimo esercizio di stile.
Educazione Siberiana, Italia 2013
Di Gabriele Salvatores con John Malkovich, Arnas Fedaravicius, Vilius Tumalavicius, Peter
Stormare,
Durata 110’
1 commento:
Pensiero bastardo: forse ha fatto bene la giunta Tondo a tagliare i fondi alle produzioni cinematografiche (italiane), se poi questi sono i risultati.
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