sabato 9 marzo 2013

Educazione Siberiana

Avrei potuto scrivere parte di questo commento anche senza andare a vedere Educazione Siberiana, avendo sentito varie interviste a Salvatores che non lasciavano intuire grandi novità rispetto al libro che avevo già letto. Viste le premesse non morivo esattamente dalla voglia di vederlo, ma un po’ il fatto che il libro mi era piaciuto molto, un po’ immaginavo che fosse un film comunque ben fatto, un po’ John Malkovich … alla fine ci sono andata.

Dico subito che il libro mi è piaciuto molto di più. Tuttavia sul fenomeno Nicolaj Lilin, l’autore,  ho parecchi dubbi e con alcuni amici è in corso un dibattito piuttosto vivace. Non si capisce in sostanza se “ci è o ci fa”. Se in Educazione Siberiana, che sembrava fosse la sua vera storia, emergeva un protagonista  molto  duro e affascinante, nel secondo e  terzo romanzo in cui racconta rispettivamente la partecipazione alla guerra in Cecenia e il ritorno a casa con le conseguenti difficoltà di riadattamento, la credibilità dell’elemento autobiografico comincia a traballare. L'immagine di Lilin che ora vive stabilmente in Italia, parla perfettamente la nostra lingua e scrive questi bei romanzi è piuttosto incongruente con la sua vita precedente di criminale siberiano tatuatore soldato cecchino guardia del corpo e chi più ne ha più ne metta. Anche se comunque lui stesso ha ammesso che le esperienze di cui narra sono in parte vissute in prima persona ma in parte viste, sentite, tramandate.

Ma torniamo al film, che dal libro prende la storia dell’amicizia tra  Kolima e Gagarin. Siamo a Fiume Basso in Transnistria, dove hanno messo radici i criminali deportati dalla Siberia. Oltre al gruppo dei siberiani altre etnie si spartiscono e controllano il territorio in una specie di ghetto a cielo aperto. Tra i siberiani vige un codice d’onore che potremmo paragonare a quello della mafia dell’ottocento. Si onorano la terra e le armi (come in molte organizzazioni criminali l’elemento religioso è molto forte), il denaro è impuro e non deve entrare nelle case, si possono uccidere i poliziotti, i banchieri, i corrotti, si deve rispettare la gerarchia. Molto forte è l’ossimoro “criminali onesti” come loro stessi si definiscono: anche i protagonisti del film, sebbene nella vita siano dei ladri e assassini e criminali, non hanno le facce da delinquenti. Gagarin sembra Kurt Cobain e Kolima ha il viso pulito. 
Nonno Kuzja (ancora una volta un magnetico John Malkovich) è il nonno di Kolima nonché il membro più influente della comunità. I tatuaggi, di cui gli uomini sono ricoperti, raccontano le loro storie personali che solo gli altri siberiani sono in grado di leggere e interpretare. L’onore e la fedeltà alla comunità sono i principi fondamentali. Come racconta nonno Kuzja al piccolo Kolima nella metafora del lupo che si vende agli umani per avere il cibo garantito, la dignità una volta persa non si può più recuperare.

Salvatores racconta la storia dell’amicizia tra Kolima e Gagarin frazionando  e mescolando tre fasi della vita dei ragazzi che corrispondono a tre periodi  ben precisi della loro vita,  e sottolineandone  le differenze attraverso un diverso uso della luce e della fotografia. Le scene in cui Kolima e Gagarin sono bambini e il nonno è un personaggio mitico, potente e giusto che trasmette loro i principi dell’educazione siberiana sono caratterizzate da una luce calda e colori dorati. Nella seconda fase Kolima e Gagarin sono cresciuti e fanno le loro prime esperienze da adulti nella comunità. L’atmosfera è molto più dura e i colori sono più freddi. Infine il giorno d’oggi  in cui assistiamo anche alla soluzione della vicenda: siamo in piena guerra cecena, le tinte sono ancora più nette ed i chiaroscuri più delineati.

E’ importante anche sottolineare che l’azione abbraccia un periodo storico che comprende la fine della guerra fredda  (con un inserto delle immagini reali della caduta del muro di Berlino), la conseguente dissoluzione della Russia e il progressivo ingresso del capitalismo che viene vissuto dai criminali siberiani come una minaccia all’onore e ai valori della comunità (sarà infatti l’impuro denaro a minacciare l’onore degli uomini).  La scena più emozionante secondo me è proprio quella in cui i due amici assieme a Xenia si concedono il lusso di un giro sulla giostra, esperienza per noi quasi banale, e per la prima volta ascoltano della musica occidentale! Con Absolute Beginners come sottofondo impazziscono di gioia come forse mai prima nella vita, e per un attimo sembrano quasi dei ragazzi normali che vivono una vita normale.

Le aspettative su questo film non sono andate deluse anche perché non ne avevo molte. Consiglio comunque prima la lettura del libro che è molto più ricco e affascinante. Dopo averlo letto comunque il film di Salvatores resta un ottimo esercizio di stile.


Educazione Siberiana, Italia 2013
Di Gabriele Salvatores con John Malkovich, Arnas Fedaravicius, Vilius Tumalavicius, Peter Stormare,
Durata 110’

1 commento:

Barbara Belluzzo ha detto...

Pensiero bastardo: forse ha fatto bene la giunta Tondo a tagliare i fondi alle produzioni cinematografiche (italiane), se poi questi sono i risultati.