Questa volta faccio un
paragone tra due libri che ho appena letto
e che trattano entrambi l’argomento degli anni di piombo. Li ho trovati
abbastanza diversi nell’approccio, direi quasi che si percepisce la differenza tra la scrittura maschile e
quella femminile.
Del libro di Benedetta Tobagi
dico subito che l’ho comprato d’impulso appena l’ho scoperto (acquistato in
tempo reale in versione e-book, meraviglie del digitale che soddisfa gli
ingordi!). Ascoltavo spesso Benedetta quando conduceva la rassegna stampa delle
pagine culturali su Radio Tre, la leggo su Repubblica e ho scoperto con piacere
il suo lato ironico al mattino su Caterpillar A.M. E’ una donna che mi piace, sapevo che era
figlia di Walter Tobagi ma di lui non conoscevo nulla, per questo ho subito scaricato
il libro.
Walter Tobagi è stato un
giornalista e scrittore italiano caduto vittima di un attentato terroristico
perpetrato dal gruppo di estrema sinistra Brigata XXVIII marzo.
Nel libro di Benedetta si alternano capitoli di stampo giornalistico ricchi di
nomi, date, fatti , citazioni e documenti a capitoli in cui l’elemento personale ed
affettivo emergono con forza e delicatezza, quasi non riesca ad escludere dalla
cronaca gli aspetti più privati. Ricordi e sensazioni hanno comunque il pregio
di umanizzare un racconto altrimenti forse un po’ troppo cronachistico che
personalmente non mi coinvolge molto.

Nel libro di Calabresi
l’elemento privato è più diluito, meno intenso ma costante in tutte le pagine con
alcuni passaggi più toccanti. Il tono è sempre abbastanza controllato e l'operazione è più romanzo che
cronaca. Si intuisce tra le righe un approccio più distaccato e senza intenti
accusatori ma anche senza rassegnazione.
Quello che emerge tristemente in
entrambi i libri è che stiamo parlando di una pagina davvero brutta della
nostra storia recente. Ancora più grave è il fatto che questa pagina sia stata volutamente messa da parte. La sensazione è
che se si “aprissero gli archivi” probabilmente verrebbero fuori fiumi di
sporcizia e accordi molto poco puliti. Tanto a destra quanto a sinistra. Tanto
in alto quanto in basso. Meglio quindi
sotterrare tutto e nascondere gli scheletri negli armadi. Non credo che sia un caso se molti di noi, io
per prima, non sappiamo molto della
storia di quegli anni, che resta sempre (volutamente?) ingarbugliata e
nebulosa. Forse invece sarebbe il caso di pretendere di informarsi e fare piena
luce sulle dinamiche che hanno contraddistinto
la vita politica del nostro paese negli anni poco studiati dal dopoguerra ad
oggi. Anche nelle scuole, dove a quanto mi ricordo la storia finisce con la
fine della seconda guerra mondiale.
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