Ecco un libro fresco come
consiglio per l’estate. Una lettura che mi ha accompagnata per qualche giorno,
senza richiedere grande impegno ma sufficientemente fluida e accattivante,
spiritosa, a tratti ovvia ma mai banale.
Mandorla è una bambina di sei
anni che si ritrova improvvisamente orfana di madre. Non ha altri parenti e non
ha mai conosciuto il padre, ma c’è una lettera in cui la mamma rivela di averla
concepita durante un’unica notte d’amore con uno degli inquilini del suo palazzo. Per evitare le conseguenze del test del DNA
gli abitanti di Via Grotta Perfetta 315 decidono di adottarla tutti assieme ospitandola
a turno per qualche mese a casa loro. Mandorla
vive tutti i turbamenti tipici dell’adolescenza e sembra soffrire più per non
essere all’altezza della bella della classe che per il fatto di vivere una
situazione familiare così anomala. Attraverso i suoi occhi si accendono una ad
una le luci nelle case delle famiglie che la ospitano. C’è la zitella che di
notte parla con personaggi immaginari,
la coppia gay, la conduttrice radiofonica (piccolo cameo dell’autrice?) con il
suo compagno intellettuale, la famiglia apparentemente perfetta, la famiglia
evidentemente imperfetta… a formare un
piccolo campionario di quelle che poi sono in fondo le realtà che ci circondano
quotidianamente.
A intervallare il punto di
vista di Mandorla tra un capitolo e l’altro entriamo brevemente nei pensieri e
nei ricordi degli altri personaggi e attraverso questo strumento
completiamo il puzzle e chiudiamo il cerchio sullo svolgersi degli avvenimenti.
Questo romanzo mi ha ricordato
un po’ L’eleganza del riccio, con cui ha in comune la vita di un palazzo vista attraverso
gli occhi di uno degli inquilini. All’inizio ho fatto un po’ di fatica perché l’autrice
sembrava seminare immagini senza farci
capire dove voleva condurci; ma non preoccupatevi, dopo qualche pagina il
percorso si delinea e ad un certo punto succede anche qualcosa di imprevisto e
misterioso che ci accompagna fino all’ultima pagina con la crescente curiosità
di scoprire cosa sia successo, e soprattutto, scopriremo o no chi è il padre di
Mandorla?
Certo, il presupposto su cui
si basa il romanzo è altamente improbabile, ma che importa, stiamo leggendo una
storia inventata. E devo ammettere che
giunta alla fine del libro ridevo e piangevo contemporaneamente, chissà perché?
1 commento:
Mi hai fatto venire la voglia di leggerlo...dev'essere una di quelle piccole storie che ti fanno sentire bene.
Cercherò di trovarlo domani...grazie per il bel riassunto
Posta un commento