sabato 21 luglio 2012

Chiara Gamberale, Le luci nelle case degli altri


Ecco un libro fresco come consiglio per l’estate. Una lettura che mi ha accompagnata per qualche giorno, senza richiedere grande impegno ma sufficientemente fluida e accattivante, spiritosa, a tratti ovvia ma mai  banale.

Mandorla è una bambina di sei anni che si ritrova improvvisamente orfana di madre. Non ha altri parenti e non ha mai conosciuto il padre, ma c’è una lettera in cui la mamma rivela di averla concepita durante un’unica notte d’amore con  uno degli inquilini del suo palazzo.  Per evitare le conseguenze del test del DNA gli abitanti di Via Grotta Perfetta 315 decidono di adottarla tutti assieme ospitandola  a turno per qualche mese a casa loro. Mandorla vive tutti i turbamenti tipici dell’adolescenza e sembra soffrire più per non essere all’altezza della bella della classe che per il fatto di vivere una situazione familiare così anomala. Attraverso i suoi occhi si accendono una ad una le luci nelle case delle famiglie che la ospitano. C’è la zitella che di notte parla con personaggi  immaginari, la coppia gay, la conduttrice radiofonica (piccolo cameo dell’autrice?) con il suo compagno intellettuale, la famiglia apparentemente perfetta, la famiglia evidentemente imperfetta…  a formare un piccolo campionario di quelle che poi sono in fondo le realtà che ci circondano quotidianamente.
A intervallare il punto di vista di Mandorla tra un capitolo e l’altro entriamo brevemente nei pensieri e nei ricordi degli altri personaggi e attraverso questo strumento completiamo il puzzle e chiudiamo il cerchio sullo svolgersi degli avvenimenti.

Questo romanzo mi ha ricordato un po’ L’eleganza del riccio, con cui ha in comune la vita di un palazzo vista attraverso gli occhi di uno degli inquilini. All’inizio ho fatto un po’ di fatica perché l’autrice sembrava seminare  immagini senza farci capire dove voleva condurci; ma non preoccupatevi, dopo qualche pagina il percorso si delinea e ad un certo punto succede anche qualcosa di imprevisto e misterioso che ci accompagna fino all’ultima pagina con la crescente curiosità di scoprire cosa sia successo, e soprattutto, scopriremo o no chi è il padre di Mandorla?

Certo, il presupposto su cui si basa il romanzo è altamente improbabile, ma che importa, stiamo leggendo una storia inventata. E  devo ammettere che giunta alla fine del libro ridevo e piangevo contemporaneamente, chissà perché?

1 commento:

Nidia ha detto...

Mi hai fatto venire la voglia di leggerlo...dev'essere una di quelle piccole storie che ti fanno sentire bene.
Cercherò di trovarlo domani...grazie per il bel riassunto