A me questo film è piaciuto
abbastanza. Lo dico subito perché ho letto tante critiche molto entusiaste e
altre drasticamente contrarie, e quando sono andata a vederlo ero molto
condizionata. La mia opinione non è così definitiva, ci sto pensando e intanto riporto qui le mie impressioni che vorrei
ancora elaborare e discutere su questo sito o a voce o in qualsiasi altro luogo
fisico o virtuale.
Anzitutto, come molti già
sanno, il film non è su Eluana ma ruota attorno alla sua storia, e ci presenta quattro vicende che si
intrecciano tra di loro aventi come tema la vita e il fine vita. O meglio,
riprendendo un commento che mi è
piaciuto molto, quattro modi di reagire al dolore, il sacrificio fatto per
qualcun altro.
La storia che più mi è
piaciuta è quella di Uliano Beffardi (fantastico nome!) senatore del PDL colto
da crisi di coscienza alla vigilia del voto sull’interruzione dell’alimentazione
forzata. Per non votare una legge che va contro la sua coscienza il senatore è
pronto a dare le dimissioni, mentre i suoi compagni di partito, grotteschi
rappresentanti della nostra classe
politica, lo esortano chi ad assumere antidepressivi chi a darsi malato, facendogli
notare che in caso di dimissioni avrebbe perso il diritto alla pensione da
parlamentare. Adoro Toni Servillo che ho trovato anche in questa occasione di un’intensità
ed una bravura indiscutibili, oltre al fatto che in mezzo alla spazzatura politica il ruolo di chi non ci sta e preferisce salvaguardare la propria integrità
morale non può che essere rassicurante.
C’è poi la vicenda parallela
della figlia del senatore, Maria, attivista cattolica che va a manifestare fuori dalla clinica dov’è
ricoverata Eluana e si innamora di un ragazzo che invece sta dall’altra parte della
barricata. Alba Rohrwacher che interpreta la figlia del senatore è forse sempre
uguale a se stessa, mi piacerebbe vederla un giorno interpretare un ruolo un
po’ diverso.
La vicenda della tossica Maya Sansa che tenta due volte il suicidio e viene due volte salvata dal medico (Piergiorgio Bellocchio) è
invece quella che mi ha convinta meno. L’ho trovata un po’ superficiale e irrisolta,
si sarebbe potuta approfondire di più.
Infine c’è la discussa vicenda
dell’attrice (Isabelle Huppert) che vive in casa con la figlia in stato di coma
vegetativo. Ha abbandonato la sua carriera e il resto della sua famiglia per
dedicarsi anima e corpo alla preghiera e
al pentimento nella speranza del miracolo. Molti hanno criticato in particolare
questo episodio e il fatto che la figlia sia interpretata da una bellissima
modella, scelta giudicata poco verosimile e offensiva. A mio parere non si
tratta di una svista né di una leggerezza. In una casa che sembra un castello
incantato sempre piena di fiori freschi, con una madre sempre impeccabile che
recita il rosario su e giù per il corridoio con i tacchi alti dalla mattina
alla sera a capo di una squadra di suore , in un mondo così finto e artefatto mi sembra coerente che anche la fanciulla
non abbia mai un capello fuori posto. L’episodio infatti rappresenta a mio parere la fede come
eccesso, il sacrificio come egoismo.
Il film non ha vinto alcun
premio al festival del cinema di Venezia e ciò ha scatenato le reazioni dei
suoi sostenitori più entusiasti. Non
avendo visto le altre pellicole in concorso non mi è possibile fare dei
paragoni, ma certamente è vero che il film di Bellocchio è molto italiano, nel
senso che contiene tanti riferimenti alla nostra realtà particolare che potrebbero
risultare incomprensibili ad un pubblico digiuno dei fatti di casa nostra.
Non ho dubbi sul fatto che prossimamente Bellocchio e il suo film verranno premiati con qualche David
di Donatello o Nastro D’Argento.
Per quanto riguarda il paragone con un altro
film che ha come tema centrale quello dell’eutanasia, il bellissimo Il Mare
Dentro di Alejandro Amenabar, credo che non sia utile stabilire quale
delle due sia la pellicola migliore, perché si tratta semplicemente di due
prodotti diversi per stile, approccio, messaggio.
Credo anch’io che Bellocchio
sia stato più incisivo in altre occasioni come ad esempio nell’Ora di Religione, mentre in
questa sua ultima fatica sembra quasi che non abbia il coraggio di prendere una
posizione decisa causando quindi lo scontento di una parte del pubblico.
Il senso del film non credo
sia stabilire qual'è la decisione giusta da prendere in certi casi
delicatissimi. E’ fondamentale però tenere
vivo il dibattito su questo argomento
che dopo le discussioni accese di
quattro anni fa è un po’ caduto nel dimenticatoio. Ognuno dovrebbe essere libero di scegliere se riempirsi la casa
di rose.
Bella Addormentata, di Marco Bellocchio, Italia Francia 2012,
Con Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Piergiorgo Bellocchio, Maja Sansa, Isabelle Huppert, Michele Riondino
Durata 115'
Con Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Piergiorgo Bellocchio, Maja Sansa, Isabelle Huppert, Michele Riondino
Durata 115'
2 commenti:
Sono rimasta molto delusa...non voglio fare le critiche feroci di Massimo ma sono d'accordo con lui su varie cose.
Il film non mi ha suscitato alcuna emozione anzi, in alcuni momenti ho provato noia ed un senso di fastidio.
Forse, visto il delicato tema mi aspettavo qualcosa di piu o quantomeno di più vero.
Sono comunque contenta di averlo visto
Il film mi è piaciuto. Ho cercato,per quanto possibile, di non leggere le varie recensioni prima di vederlo per farmi un'opinione tutta mia..
L'argomento trattato è terribilmente delicato e, secondo me, il regista riesce trattarlo con molta imparzialità ; il tutto in un contesto (ahinè)completamente italiano con pressioni politiche e fanatismi religiosi. Forse non mi è piaciuto che ci siano quattro vicende legate dal filo comune: vi è una buona morte ? Mi sarebbero bastate la storia del senatore Uliano e della figlia Maria, ottimi gli interpreti! Nelle altre due non mi è piaciuta la recitazione sopratutto quella della tossica Maya Sansa.
In effetti non è paragonabile a Mare Dentro con il bravissimo Javier Bardem che, in tutta sincerità, mi ha emozionato molto di più .
Sicuramente questo è un film da vedere.
Il mio voto è 7
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