Quest’anno mi sono regalata
due giorni a Pordenonelegge. L’anno scorso uno sciopero dei treni aveva fatto
saltare i piani di noi amiche lettrici, quest’anno mi sono voluta rifare.
Il weekend letterario è
iniziato sabato verso l’ora di pranzo. La città anche quest’anno è stata accogliente
e ha partecipato massicciamente all’evento. I manifesti con l’anatra gialla
mascotte per il 2012 erano ovunque e nelle vetrine in mezzo agli articoli in vendita erano
stati sparsi dei volumi. Ovviamente tutti i negozi del centro sono rimasti
aperti anche la domenica.
Ogni anno la manifestazione si svolge nel
centro storico, gli incontri con gli autori si tengono nelle piazze o in auditorium,
chiostri, ex conventi e teatri più o meno grandi. Quest’anno c’era tantissima gente,
credo molta più di quanto gli organizzatori si aspettassero. Ciò nonostante l’atmosfera
era tranquilla e a misura d’uomo. Non c’è (ancora) l’elettricità dei grandi
eventi mondani, piuttosto il piacere di immergersi per qualche giorno nel clima
letterario. Ovunque però bisognava fare lunghe file per assistere agli incontri
con gli autori. Mediamente per ogni evento ho fatto un’ora di coda. Una coda
ordinata però, composta da gente che leggeva o si scambiava opinioni sugli
incontri seguiti, sicuramente non una ressa informe dove la gente si accalca
e i furbetti tentano di passare avanti.
Devo dire che a questo proposito ho
sentito varie lamentele dei pordenonesi, l’evento sta crescendo di anno in anno
e qualcuno auspica un miglioramento nella gestione dei partecipanti, magari
con l’introduzione di un sistema di prenotazioni. A me comunque è piaciuto anche
così, mentre aspettavo in coda ne ho approfittato per leggere. Domenica mattina
poi sono arrivata presto e mi sono goduta le strade ancora semivuote con i più
mattinieri che scendevano a bere un caffè con i giornali sottobraccio.
Ma veniamo ai contenuti.
Sono riuscita a seguire 5
incontri. Il primo è stato un’intervista con Robin Dunbar su quanti rapporti di
amicizia ognuno di noi riesce a gestire nella vita. Il punto di partenza
ovviamente erano i social network e infatti la sala era piena di giovani,
tuttavia l’argomento Facebook è stato trattato solo marginalmente. Mediamente interessante.
Le due interviste successive decisamente più commerciali, la prima con Massimo Carlotto e la seconda con Camilla Lackberg. In
entrambi i casi il moderatore era Luca Crovi che conduceva una volta Tutti i colori del giallo (ma perché la
Rai ha eliminato questa trasmissione dal suo palinsesto???) Comunque… Carlotto
è un buon oratore che sa come affascinare il pubblico raccontando vari
aneddoti, ma la vera scoperta è stata Camilla Lackberg, giovane, carina e un
vulcano di parole, tra l’altro parlava un inglese invidiabile! Quindi entrambi autori di best seller ma divertenti.
Domenica mattina ho seguito la conversazione tra Valeria Golino e Mauro Covacich. Mauro Covacich ha scritto un libro da cui
Valeria Golino sta traendo un film. L’argomento attuale e spinoso è il suicidio assistito.
L’inizio della conversazione era un po’ ingessato ma pian piano l’atmosfera si
è sciolta e ne è venuta fuori un’oretta piacevole, anche e forse soprattutto grazie al
moderatore Enzo Golino (sì, lo zio di Valeria), un signore un po’ ageé sia come
età che come stile, ma davvero gradevole e di un notevole spessore critico.
L’evento che più mi ha entusiasmata
però è stato l’incontro di Luca Sofri con Alessandro Marzo Magno e Francesco
Anzelmo. Luca Sofri lo conosciamo (ma perché la rai ha eliminato Condor dal suo palinsesto???), Marzo
Magno ha scritto un libro sulla storia dell’editoria e Anzelmo è un editor di
Mondadori. Il tema era il confronto tra l'invenzione della stampa e quella dell’e-book, argomento che mi
affascina molto. Alla fine questo è stato l’intervento che mi ha maggiormente
soddisfatta.
Avrei tanto voluto vedere
Franca Valeri ma la fila era davvero troppo lunga e non sarei riuscita a
prendere posto. Avrei voluto ascoltare anche Paolo Rossi e Pino Roveredo ma ero
stanca di stare in piedi ad aspettare.
Domenica pomeriggio quando
sono uscita dall’ultimo incontro mi ero riservata un’oretta per gironzolare tra
le varie bancarelle. Ogni anno infatti vengono allestiti anche degli spazi dove
è possibile comprare dei libri, oltre alle varie librerie cittadine che mi
sembrava stessero facendo dei buoni affari. Ma a quel punto la città era stata
invasa non più solo dai lettori ma anche dalla gente che ne approfittava del
clima mite e dei negozi aperti. Troppa confusione per riuscire a muoversi,
impensabile pensare di comprare qualcosa. Folla, gomitate, urla e giocolieri…
arrivederci, speriamo, al prossimo anno!
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