Con curiosità sono andata a
vedere questo Argo che sta vincendo
un sacco di premi e riconoscimenti. Ero curiosa di vedere se il lavoro di Ben
Affleck alla sua terza prova cinematografica fosse davvero così meritevole. Tutto
sommato devo dire che si, il film mi è piaciuto molto. E’ vero, in più di qualche momento scivola nell’eccessiva
spettacolarizzazione, quella che critichiamo
come americanata. L’inseguimento della polizia fin sotto le ali dell’aereo in
fase di decollo se ce l’avessero risparmiato sarebbe stato meglio. L’addominale
scolpito di Ben Affleck riflesso nello specchio è proprio un cameo gratuito a
se stesso che non aveva molto senso nell’economia della vicenda, anche se è
comunque un bel vedere. Come lui stesso
è un bel vedere nel ruolo dell’agente segreto solitario dallo sguardo
malinconico, però resta il dubbio che oltre all’espressione triste non ne abbia
molte altre da offrire… Ad ogni modo non
mi sono annoiata neanche per un attimo, anzi sono rimasta proprio col fiato
sospeso e incollata alla poltrona, e questo vuol dire che in qualche modo
l’operazione è riuscita, o no?
Ben Affleck ha costruito il suo
film basandosi su una vicenda realmente accaduta in Iran nel 1979 quando nel
corso di una manifestazione antiamericana un gruppo di militanti rivoluzionari assaltò
l’ambasciata e prese in ostaggio i diplomatici. Tutti tranne sei che riuscirono
a fuggire.
Nel film Ben Affleck è Tony
Mendez, l’agente della Cia che escogita un piano per esfiltrare i sei che nel
frattempo si sono rifugiati in casa dell’ambasciatore canadese (piccola nota
pedante, il console è interpretato da Victor Garber che in Alias
è padre di Sidney Bristow, Jennifer Gardner, moglie di Affleck nella vita.
Scusate ma ero una fan di Alias). Tony
Mendez cerca di liberare i sei fuggitivi facendoli passare per una troupe
cinematografica che compie un sopralluogo per la realizzazione di un film di
fantascienza, il cui titolo è appunto Argo.
Il libro è stato tratto
dall’autobiografia del vero Tony Mendez, ex agente della Cia, poi scrittore. Certo,
si tratta comunque di un film, fiction, finzione, ma mi sembra che il regista
sia stato abbastanza attento nella ricostruzione degli eventi. Mi è piaciuto l’uso
della pellicola sgranata (il direttore
della fotografia è Rodrigo Prieto, lo stesso di 21 grammi – il peso dell’anima); mi sono piaciuti i titoli di coda con le immagini degli attori
che hanno impersonato i sei fuggitivi accostate a quelle dei personaggi reali e
le somiglianze sono davvero sorprendenti.
Il consenso della critica su
questo film è stato abbastanza unanime. La lode a Ben Affleck è andata
soprattutto per aver saputo affrontare un argomento politico senza scadere
nella demonizzazione degli iraniani. In effetti nel film gli iraniani sono il
nemico ma non vengono mai dipinti come terribili. Di contro gli americani sono
i buoni, la Cia è buona e promuove una soluzione non violenta piuttosto che
intervenire con l’uso delle armi e dell’esercito. Gli USA sono i buoni ma senza
troppa retorica, c’è anzi dell’ evidente autoironia nel modo in cui
viene vista Hollywood. Hollywood che tuttavia, in quegli anni soprattutto, è il sogno
di cui tutti subiscono il fascino, anche i terribili rivoluzionari islamisti. Fascino grazie al quale l'operazione va a buon fine.
Non posso gridare al
capolavoro, ma questo Ben Affleck mi sembra un personaggio molto interessante, da seguire con attenzione in futuro.
Argo, di Ben Affleck,Usa 2012
Con Ben Affleck, John Goodman, Alan Arkin
Durata 120’
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