Si certo, bello ovviamente …. ma…..
c’è un ma da qualche parte. Divertente, esagerato come sempre, beffardo e
blasfemo della vita, totalmente tarantiniano, però io da metà film in poi ho
iniziato ad annoiarmi. Un po’. Il
problema è che da lui non me lo aspetto. Mi aspetto una genialata, oppure un
fiasco. Ma la noia no.
Ci sono tutti gli elementi
noti del cinema di Tarantino, dicevo, in questo Django Unchained. Una colonna sonora stuperfacente, canzoni che si
interrompono di colpo, zoomate velocissime sui volti dei personaggi, dialoghi
incalzanti, surreali schizzi di sangue su petali bianchi, tanti spari e morti
esagerate, poche figure femminili importanti questa volta e trovate geniali,
come una molla gigante che fa oscillare un molare gigante sopra al tetto del
carro del dentista. Come Candieland, il ranch del più cattivo latifondista del
paese, Mr Calvin Candie appunto. Poi nomi ridondanti come Big Daddy, Lara Lee Candie-Fitzwilly, Big John Brittle. L’esilarante
scena degli incappucciati del Ku-Klux-Klan che sono in difficoltà perché i loro
cappucci sono cuciti male e non vedono dove vanno…
Ma in questo film c’è anche di
più. Finalmente Tarantino è riuscito a realizzare il suo western, un progetto
che ha a lungo accarezzato. E ci ha messo dentro un elenco lunghissimo di
citazioni dai western anni sessanta a cui si è ispirato. La principale fonte è Django del regista
romano Sergio Corbucci che uscì nel 1966. Nel film di Corbucci il protagonista
Django era interpretato da Franco Nero, che ha un piccolo cameo anche in questo
film di Tarantino.
Le citazioni sono anche di
film non propriamente western, come quella del cavallo del dottor Schultz che
nitrisce ogni volta che il dottore lo presenta, come in Frankenstein Junior ogni volta che Frau Blücher veniva nominata si
udivano dei nitriti in lontananza.
Infine in Django Unchained ci sono anche molte autocitazioni di film
precedenti, espediente che il regista ha usato praticamente in ogni sua
pellicola. Ad esempio quando gli uomini di Candie entrano in casa dal piano
superiore prima che Django venga catturato così come gli “88 folli” erano entrati
nella "Casa delle foglie blu" in Kill Bill Vol. 1 .
Personalmente ho trovato molto
convincente la prima parte del film e soprattutto il personaggio del dottor
Schultz. Bravissimo e davvero interessante Christoph Waltz, da seguire
ancora. Il volto perfetto per il personaggio che interpreta, il più riuscito a
mio parere. Il dottor Schultz insegnerà allo schiavo liberato Django non solo a
maneggiare la pistola ma anche l’arte della persuasione. A lui dò il massimo
voto.
Chi invece non mi ha convinto è Leonardo Di Caprio, che è
indubbiamente molto bravo ma mi ha dato l’impressione di non essersi
esattamente identificato nel personaggio che interpreta e mi è sembrato meno convincente e un po’ noioso.
Da sottolineare invece come
nota di colore la sorella di Mr. Candie: perfetta oca dotata
di un’unica espressione, un sorriso ebete perennemente stampato sul volto e una
totale adesione acritica a tutti i diktat del fratello.
Tarantino deve essersi
divertito un mondo a girare questo film, a giocare con le citazioni di tutte le
sue pellicole preferite e a contemplare se stesso. Forse però sarebbe ora di
inventare qualcosa di nuovo altrimenti c’è il rischio di cominciare ad
annoiarsi.
Django Unchained, USA 2012
Di Quentin Tarantino, con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo Di
Caprio, Samuel L. Jackson
Durata 165’
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