lunedì 4 marzo 2013

Apres Mai - Qualcosa nell'aria



Finalmente anche a Trieste è in programmazione – per pochissimi giorni naturalmente -  Après Mai, di cui tanto mi hanno parlato gli amici che l’hanno visto a Venezia l'anno scorso. Lo aspettavo e non speravo di riuscire a vederlo al cinema, quindi l’ho subito messo al primo posto delle cose da fare durante il weekend. Lo dico subito, non ne sono stata travolta. Tuttavia credo che sia un lavoro  molto interessante di cui vale la pena parlare un po’.

Après Mai è stato presentato al mercato internazionale con il titolo Something in the Air, tradotto quindi in italiano come Qualcosa nell’aria. E’ il titolo di una canzone prodotta da Pete Townshend degli Who.

Siamo in Francia alla periferia di Parigi. Il sessantotto è appena dietro l’angolo ed i suoi echi sono ancora molto vivi. Gilles ed in suoi compagni frequentano il liceo e sono molto impegnati politicamente nei collettivi. Il film è marcatamente autobiografico, anche Olivier Assayas era stato un giovane studente parigino che aveva vissuto molto intensamente il Sessantotto.


Il film non ha una vera e propria trama ma segue un periodo della vita di Gilles e dei suoi compagni di avventure raccontandoci le loro azioni politiche, le ambizioni artistiche e le esperienze sentimentali; si potrebbe definire quasi un romanzo di formazione.

Ci sono sicuramente tutti i clichè che caratterizzano quel momento storico, talvolta presentati nell’accezione più estrema: la lotta intransigente, la stampa libera, la sigaretta sempre in bocca, i figli dei fiori, l’LSD, le ragazze pallide e malinconiche, alle spalle le famiglie borghesi contro cui ci si ribella; la controcultura, i film impegnati sui popoli andini, i corsi di danza tibetana, i viaggi in oriente, il volantinaggio.

Ma la forza del film, almeno per quello che ha colpito me, è che racconta delle passioni di questi ragazzi. Tra l’altro, piccolo inciso, a parte il padre di Gilles i genitori sono invisibili, anche se i ritrovi e le feste si svolgono nelle loro belle case e ci sono ampi spazi per dipingere le tele astratte. Ma appunto dicevo delle passioni, del coinvolgimento talvolta anche esagerato e poco disponibile al dialogo con la parte opposta, delle utopie e degli ideali per i quali lottare, delle conquiste. Dei ragazzi che sapevano chi era Marx, che si riunivano in assemblee, che dibattevano.
Mi sono chiesta chissà dove sono finiti quei ragazzi? Gilles, che voleva diventare cineasta alla fine capisce che è il momento di crescere e va a Londra a seguire la realizzazione di un film molto poco d’essai, grazie probabilmente all’interessamento del padre.  Credo come la gran parte degli allora giovani che hanno partecipato al Sessantotto e poi hanno vissuto delle vite molto più convenzionali.

Quanto bisogno ci sarebbe di un po’ di passione in un momento storico come il nostro, di approfondire, di farsi coinvolgere, di credere ed impegnarsi e di conquistare. Avremmo bisogno di un po’ della coscienza e della passione che hanno i ragazzi di Après Mai per riuscire a cambiare quello che non funziona in questo paese e a cominciare di nuovo a crescere.

E comunque, lasciatemelo dire, in quel periodo la musica era fantastica!


Apres Mai, Francia 2012

Di Olivier Assayas, con Clément Métayer, Lola Créton, Mathias Renou

Durata 122’

1 commento:

Barbara Belluzzo ha detto...

Non solo la musica, anche la moda era eccezzionale! Stamattina avrei tanto voluto mettere un paio di jeans a zampa di elefante, ma ahimé, solo pantaloni skin nel mio guardaroba post-grillino...:-)