Quanto mi piace Margherita Buy!
Con la sua aria da timida insicura che è diventata il suo segno particolare ed
una bellezza non giovane nè ritoccata e per questo ancora più bella. E Stefano
Accorsi? Che affascinante con qualche chilo e qualche ruga in più! Altro che il
belloccio dell’Ultimo bacio …
Bene, a parte queste considerazioni
superficiali, Viaggio Sola è un film
che ho guardato per tutto il tempo con il sorriso sulle labbra, che è una
sensazione molto piacevole. Niente di particolarmente impegnativo ma molto
gradevole e non privo di spunti di riflessione.
Innanzitutto lo sfondo insolito
e curioso. La protagonista, Irene, come mestiere fa l’ospite a sorpresa, ovvero
soggiorna per qualche notte negli alberghi più lussuosi fingendosi una cliente per
verificare che gli standard di qualità vengano rispettati: se le lenzuola sono
pulite e profumate, se la zuppa ha la temperatura giusta, se i camerieri sono sufficientemente
gentili e solerti. Irene viaggia appunto
da sola e a casa non ha una famiglia, neanche una ex famiglia; ha una sorella che invece è dotata di
marito e figlie ed un migliore amico nonché ex fidanzato, Andrea. Maria Sole
Tognazzi racconta una donna autonoma ed indipendente che si trova con
naturalezza a suo agio nella sua
condizione, una donna che è capace di stare da sola.
Il film non ha una grande
fabula a dire il vero, le uniche azioni sono l’imprevista paternità di Andrea
che avrà un figlio da una ragazza con la quale è uscito solo una volta, e un momentaneo
crollo di Irene che in seguito ad un episodio inaspettato scopre la sua vulnerabilità e per
un attimo la paura della solitudine. La pellicola ci offre però l’occasione di dare un’occhiata a una donna
nuova e sempre più frequente ma poco
raccontata, e spesso non accettata da
chi invece tende a considerarla triste e
in fondo fallita. Infatti la sorella continua a preoccuparsi di chi si prenderà cura di lei quando sarà
vecchia (“Tu”! le risponde Irene senza alcuna esitazione), e anche Andrea le chiede se non è triste andare al cinema da sola
la sera. “Perché, al pomeriggio si e la sera no?” risponde lei, “con il progredire del giorno
aumenta il tasso di disperazione dell’individuo?”
Irene ha un lavoro sicuramente
molto affascinante che la porta a viaggiare in tutto il mondo e a vivere nel
lusso, ma svolge le sue mansioni sempre nella quasi totale solitudine. Anche
nel tempo libero a casa però è sempre sola, la vediamo eventualmente con la
sorella o con Andrea, nessun’altra amica
con la quale confidarsi o gruppo con cui passare una serata in allegria. In
realtà sappiamo che si può decidere di non formare una famiglia ed avere lo stesso tanti
amici altri affetti e una vita ricca.
C’è anche un’altra riflessione
che mi è venuta in mente, e riguarda le
donne che una volta venivano definite ragazze madri (si usa ancora? O è più
politicamente corretto dire famiglia monogenitoriale?). Andrea viene preso dall’ansia all’idea di diventare
padre, lui non vuole un figlio da questa donna che praticamente non conosce, ma
poi si assume le sue responsabilità e cerca di fare il possibile per essere presente.
Molto bello e grazie, però … questa
donna che decide di tenere il bambino deve per forza prendersi anche un uomo
che neanche lei conosce e che non necessariamente la farà felice?
Cioè, non è previsto che una donna possa essere come si dice ragazza madre per
scelta?
Per inciso, il film l’ho visto
al cinema da sola.
Viaggio sola, di Maria Sole Tognazzi, Italia 2012
Con Margherita Buy e Stefano Accorsi
Durata 85’
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