Oggi per restare fedele al
titolo di questo blog faccio una segnalazione radiofonica e vi suggerisco
l’ascolto di una trasmissione bellissima che è andata in onda per tutto
l’inverno su Radio 3, Wikiradio. Ogni giorno mezz’ora dedicata ad un evento o a
un personaggio di cui ricorre qualche anniversario. Al momento la trasmissione è
stata sospesa per le vacanze estive ma speriamo che in autunno ricominci. In
ogni caso le puntate sono disponibili sul podcast.
Una delle più recenti era
condotta dall’antropologa e fotografa
Patrizia Giancotti che ha parlato di Pina Bausch. Ha proposto un breve excursus
sulla vita dell’artista partendo dall’anniversario della consegna del Leone
d’Oro alla Carriera avvenuto a Venezia nel 2007 in occasione della Biennale
Danza. Quest’inverno avevo visto l’emozionante film di Wim Wenders dedicato a
Pina, quindi ho ascoltato la puntata con molta curiosità.
Pina Bausch era nata a
Solingen nel 1940, aveva iniziato gli studi di danza in Germania, si era poi
trasferita negli Stati Uniti dove aveva lavorato anche per il Metropolitan
Opera ed era infine rientrata a Wuppertal dove aveva fondato la sua scuola di
danza. E’ morta il 30 giugno 2009 dopo soli 5 giorni dalla diagnosi della
malattia che l’aveva colpita. Era talmente votata al suo lavoro di ricerca, ci
riferisce Patrizia Giancotti, che non aveva avuto il tempo di curarsi.
Il lavoro compiuto da Pina
Bausch è di straordinario interesse. E’
considerata il massimo esponente del Tanztheater, un progetto artistico che
introduce nella danza elementi
drammaturgici tipici delle opere teatrali. Durante i suoi viaggi in Brasile viene in
contatto con popolazioni indigene che considerano la danza come un bisogno
primario. Lei stessa riesce ad esprimere al meglio il suo pensiero attraverso
il linguaggio del corpo piuttosto che con le parole. I suoi danzatori
rappresentano un campionario dell’umanità, e attraverso il linguaggio del corpo
viene fatto un profondo lavoro di introspezione che apre squarci sull’animo
umano. Le sue opere sono caratterizzate da ripetizioni ossessive di movimenti e
dall’ introduzione di elementi e luoghi della natura.
Durante un viaggio a Venezia
il regista tedesco Wim Wenders assistette casualmente ad uno spettacolo di Pina
Bausch e ne restò profondamente emozionato.
Decise di contattarla e le propose di girare un film documentario sulle
sue opere. Iniziarono così le riprese che durarono circa due anni. Quando Pina
Bausch morì improvvisamente Wim Wenders avrebbe
voluto abbandonare il progetto, ma i danzatori della compagnia di
Wuppertal lo supplicarono di tornare sui
suoi passi. E così nel 2011 uscì Pina, che come Buena Vista Social Club, è uno
di quei film che si possono mettere su ogni tanto e lasciar andare, buttando
l’occhio alle immagini e godendosi la bellissima colonna sonora. Nel corso
della trasmissione radiofonica Patrizia Giancotti cita alcuni episodi del film che si sviluppa sulle tracce dell’opera di Pina Bausch, da
Caffè Mueller a Le sacre du printemps intervistando i componenti del suo corpo
di ballo.
Personaggio emozionante Pina
Bausch. Consiglio la visione di questo film e anche l’ascolto della
trasmissione in cui si intuisce l’ammirazione della conduttrice per questa
grande e originale artista. Si può scaricare in podcast dal sito di Radio Tre su questo sito Wikiradio podcast
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