Che fastidio vedere un
film importante, con un tema serio, un bravo regista ed un bel cast … che però
non mi travolge. Aspettative in parte deluse per questo The Master che è stato
uno dei film più attesi dello scorso festival del cinema di Venezia e che ha vinto
premi o nomination praticamente in tutti i festival del cinema del mondo.
Sto ancora cercando di capire cosa
non mi ha completamente convinta, qual è stato il sassolino nella scarpa.
Vediamo…
Freddie Quell è un veterano
della guerra alcolizzato e con il sistema nervoso danneggiato che non riesce a
reinserirsi in società. Un giorno incontra il guru Lancaster Dodd che ha
inventato un metodo di introspezione alternativo e gira gli Stati Uniti seguito
dalla moglie e da un gruppo di seguaci per propagandare più o
meno legalmente il suo metodo. Freddie si inserisce nel gruppo diventando la cavia del Maestro e suo aiutante, ma senza mai lasciarsi condizionare
totalmente dalla sua personalità.
Partiamo subito dal cast che è
uno dei punti forti del film. Joaquin Phoenix a mio parere è strepitoso. Sono
dovuta andare a vedere qualche intervista in rete per sincerarmi che la sua paresi facciale fosse solo una finzione, tanto sembrava reale. Il ruolo del
semi alcolizzato pazzo sessuomane gli
calza a pennello. Ributtante e meraviglioso.
Ho preferito lui all’osannato
Philip Seymour Hoffmann che pure è notevole nel suo ruolo di ambiguo maestro.
Ad un certo punto viene il dubbio che neanche lui creda veramente alle cose che
dice, ma che sia solo un gran furbacchione. Ci crede invece moltissimo la sua
prima discepola, il braccio destro che ad un certo punto quasi supera il
maestro, la moglie impersonata da Amy Adams, notevole anche lei.
Il punto è che questo film non
mi ha emozionata, anzi, in qualche momento mi sono addirittura annoiata. La tematica trattata offre numerosi spunti di riflessione che invece di essere approfonditi restano congelati. Spesso le situazioni si ripetono senza però risolversi, come
quando Lancaster conclude i suoi discorsi con delle canzoncine a mio parere
inutili o comunque poco comprensibili ai fini della trama del film (l’ossessiva
musica che accompagna le scene iniziali però è azzeccatissima!) Insomma, i due attori sono geniali ma sembra
quasi che la loro bravura metta in ombra lo svolgimento della storia che mi è
sembrata tutto sommato abbastanza piatta.
Dicono che il regista si sia
ispirato per questa pellicaola Scientology, lui stesso ha confermato di aver
preso spunto dalla vita del suo fondatore, Ron Hubbard, ma di non aver fatto un
film sul movimento.
Se anche non fosse Scientology
il discorso potrebbe comunque valere per una qualsiasi delle sette che nascono
sempre più numerose. Questo è il pensiero che mi è venuto guardando il film,
ovvero quanto a causa delle nostre
debolezze e fragilità rischiamo di farci condizionare da ciarlatani più o meno
pericolosi, e quanto sia utile mettere in dubbio se stessi e gli altri e cercare di
osservare il mondo attorno a noi con una visione il più possibile a 360 gradi.
Freddie Quell è sicuramente un alcolizzato con i nervi a pezzi, ma riesce a mantenere un barlume di lucidità
al momento giusto, non lasciandosi monopolizzare completamente dal
Maestro.
Comunque da vedere
The Master, di Paul Thomas Anderson, Usa 2012
Durata 137’
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